sabato 15 febbraio 2014

discriminare p o d



La p trasformista 


gli esercizi consistono nel giocare con  i bambini


E' ARRIVATO UN BASTIMENTO CARICO DI P

i bambini  dovrebbero dire tante parole che iniziano per p

E' ARRIVATO UN BASTIMENTO CARICO DI B


dovrebbero dire tante parole che iniziano per b

all'inizio senza l'aiuto della lettera trasformista 

Poi
DISEGNARE UN GRANDE

 sul cartoncino 

 colorare

 ritagliare  avendo cura di tagliare anche l'interno della p 

 colorare il davanti di rosso e dietro di verde

(sono colori magici!)

quando sarà pronta
si potrà dire ai bambini

  " Mi hai detto (esempio) pane ma come la metto questa lettera? (P)girata dalla parte rossa 
o (b) girata  dalla parte verde? 


poi ci sono varianti di gioco quando introdurranno la d o la q

perchè la lettera si trasforma a secondo di come si gira!

la maestra Rita
Fico

venerdì 22 marzo 2013

domenica 17 marzo 2013

poesie di vita


Ferita

Illusione di salvezza

un sorriso lontano

rubato dalla piega del labbro

occhieggia debole

dalla ruga angolare

si piega sinuoso

tra i rivoli amari

Una vita scomposta,

degna di rispetto

inneggia alla gioia

debole ma tenace

ritorna in mente un antico canto

che più non intoni

ma rimane languido nelle pieghe del cuore

E allora

Sorridi!

 

 

MAMMA

 

Ci vuole

un punto da cui partire

per ricominciare,

una pace che porti

all’infinito della mente,

per trovare un punto di contatto,

per amare la vita

al di là della vita,

che ci riporti nel cuore

pensieri e ricordi

pieni d’amore:

UNA MADRE

 

 

Carnefice

solleva alte le mani

spalancale

Fammi vedere

che degno sei

d’aver tra le tue

le mani di un altro

Stringile forte

guardalo negli occhi

se vorrai calunniarlo

prova a calpestarlo

sentirai

il suo cuore urlare

di rabbia

le sue carni

pulsare il dolore

Ma non udrai

il suo martirio

che un giorno

potrebbe essere il tuo.

 

 

 

 

 

 

 

Ho visto

il dolore dell’uomo

sul volto del bimbo

un pianto

sommesso

negli occhi

Ho visto sfilare

l’ignavia

Protestare

il benpensante

Ho visto facce buffone

irridere il serio

Ho visto il faceto

raccontare verità menzognere

Ho visto e rivisto in passerelle

persone e manichini

ridere dell’arcobaleno

ed ammantare di nero

anche l’ultima speranza.

 

 

Quando gli altri

Capiranno

La piaga dell’anima

Sotto la piega

Dell’abito sgualcito

 Provato dalla vita

Quando gli altri

Non giudicando

Aiuteranno

L’uomo della croce

E lo solleveranno

Quando gli altri

Saremo noi

Sarà nuova vita

 

 

Dondola

Din don dan

Danza

Dan din don

Balla

Bambina

Leggiadra

Tra i rovi e le spine

 Sorridi

La terra ti vuole

 Gioca

Di chi sarà questo suolo?

Mio, tuo

Di chi lo vorrà

Miglio per miglio

Conquistato

Orrido monco

Si avvicina al tuo grembo

Non è altri che un pari

Che voleva danzare e giocare con te

 Un bimbo che non c’è più

Questa è:

 la guerra

 

 

 


 

 

Una gran maratona

 Questa vita

Lucignoli ti arridono

Per un gran paese dei balocchi

Giocolieri t’invitano a rigirare

Le verità

Lanciando e riprendendo

Filoni dispersi

 E tu moderno Don Chicotte

Carichi con l’alabarda

I tuoi sogni

Il suicida attende sempre

 che qualcuno lo salvi

Ma preso nelle spire dell’oggi

il salvatore tarderà

Violentato l’oggi morirà

Come ogni dì

Per ritornare

Più orgoglioso che mai

L’indomani

 

 

Il gesto serba

un serafico ghigno

celato sotto una sequela

 serpeggiante d’ipocrisie

Gioisce il famigerato

Della tua debolezza

Pensandoti lento nell’agire e nel dire

Stupiscilo dardeggiando parole

E scudisciandolo con probe azioni

Mostrati fiero della tua sapienza e prostralo

Con il tuo amore

Il suo vile denaro comprerà le coscienze non la tua anima

 

Bisogno d’amore

con un cuore vuoto

un’abitudine lunga una vita

Tardi la giornata volge

al termine

il tempo vola

lungo la mente

che piano si risveglia

Ritmico il verbo produce

illusioni

E canti piano un motivo

che ti porta

al pensiero un ricordo

 

 

H

Dopo il cielo

Ho pianto

oltre le stelle

che piano si spengono

Giallo di sole

Azzurro di mare

Ho sognato

sprofondata

piccolo essere

nell’immenso

di quel pensiero

che ci fa essere

Immensi 

  

 

 

 

 

 

 

Come

Puoi pensare

D’essere solo

Se attorno a te

 Girano

Uomini soli

Che cercano una breccia

Per passare in te

Oltre te

 Sai che noi

Siamo qui

Silenzi e vociare d’anime

Eternamente alla ricerca

Di un altro noi.

 

Paura di andare

oltre il pensiero

Che fa forti

quelli che pensano

d’aver sempre

il manico

mentre a noi

rimane la lama

Sciabola forte

La parola

E colpisci

Più forte

Vedrai sgorgare

Il nulla

Che sta distruggendo

Le menti.

 

 

Handicap


Prendi

le mie mani

sentirò

le tue mani aggrapparsi

e stringere

Non saprai il male

che potrai fare

non saprai mai dirmi

Ciao

Non farai mai

un saluto

Riderai scompostamente

Strapperai il silenzio

Con un verso che

Lacererà l’anima

E non sapremo mai che dirti

Com’entrare nella tua mente

Forse potremo solo amarti

 

 

 

 

Come può finire

Un perché

Che non si può

Risolvere

Un uomo a metà

Che significato ha

Se racconti

Quel che non sai

 all’aria mandi

un poco di te

se guardi

distrattamente

il cielo

forse vedrai

 la tua anima

lieve volteggiare

 sulle miserie

di tutti noi

 che viviamo arrancando

il domani.

 

Il diario

Una pagina

 Dietro l’altra

Da riempire

Di te e degli altri

Una pagina da colorare

Con parole grandi

Con piccole frasi

Una pagina da far vivere

 Di giochi e fantasie

 Di gioie e di dolori

Una pagina segreta

 Un diario

Un po’ di te

 

Vorrei planare

 Sorvolando il mare

Seguendo la spuma

Giungere

Agli scogli

Avanzare

Tornare

Ripartire

E sentire

Che ogni volta

È ritornare all’inizio

 

 

Ascoltare

E capire

che sei lì per

accogliere

dentro te

 Ogni sospiro

Così come

 l’ hai dato

Sapere che sempre

Dovrai essere

porto d’approdo

ancora di salvataggio

Lasciare salpare

una nave che va

Che non sa comandare

Che vuole conoscere

Saper essere madri!

 

 

 

 

Una strada

s’inerpica

Tortuosa

nasconde

nelle anse

del pensiero

un ricordo

che vago

ritorna alla mente

Fatichi a rincorrerlo

vorresti agguantarlo

Ti sfugge silente

La mano si piega

l’arto non ascolta

il tuo volere

Un volere

piegato

dalla corsa

della vita

 che giunge

al traguardo.

 

 


A me piace

sentire il rombo

del treno

come il tuo cuore

A me piace

vedere il mare

come il tuo sguardo

A me piace

toccare i fiori

come il tuo volto

A me piace

sognare il sole

come il tuo sorriso

A me piace Amore

 

 

 

Ti diranno

Che sogni

L’impossibile

 invidieranno

il tuo sapere

vorranno carpirti

la tua forza

nel cercare

sempre,comunque

la verità

occulteranno il tuo dire

derideranno la tua onestà

ma tu

percorri sempre

le vie dell’esistere

con la dignità

dell’essere uomo

figlio mio

 

Eppure l’amore

Non sfugge

Le regole eterne

Della combutta

Ed io temo

Temo

L’ansia dei giorni futuri

Del pericolo circospetto

Che s’insidia tortuoso

Tra le parole ed i baci

Ed una carezza sottolinea

Complice e furtiva

Il nostro amore

 

BARBONE

Non aveva altro

Che braccia ignude

Per nascondere

il corpo

dell’anima

Non aveva altro

Che vuote orbite

Per occhi senza lacrime

Che mani per segnare

Che voce per urlare

Aveva parte di sé

Su sé

Ora non più

immobile

una mattina

resta tra sguardi ignavi

su quella panchina

 

 

Il cerchio

tagliato a metà

divide

uomini ed idee

 

Polare

meridiano diverso

spicchia le gesta

Rotola

infame il germe dell’odio

attacca, produce

rigoglioso pavoneggia

nell’alba rossastra

ed è odio

che avvampa, distrugge

inghiotte, sommerge

gorgone insaziabile

attende altra linfa

Un bimbo dorme

tra terra e cielo

mentre, insana,

orrida, fiera

la falce

recide

il suo sorriso

 

 

 

 

 

 

 

 

Ascolto

La voce del cuore

M’insegue

Con timbro

Impaziente

Ripete

Il ritornello del giorno

Un giorno

Ore vissute

Piene

Sospirate

Silenziose

Ore

Scartate

Richieste

Tenere

Ecco è sera

Le ore passate

Sono assaporate

 

 

MADRE

Lente danzano

le musiche della vita

ti accompagnano

i ricordi

ti consolano

nelle notti candide

di solitudine

Girano i pensieri

approdano

su una spiaggia di pace e

il cuore di una madre

trova la via della gioia.

 

Avrai

Avrai giochi e dolori

avrai oneri e averi

avrai sorrisi e pianti

avrai e donerai

avrai e carpirai

avrai il tuo dolore

avrai la tua gioia

avrai un natale

Avremo un natale

da vivere insieme

se

non giocherai

con gli altrui dolori

Non carpirai

donando falsi sorrisi

non deriderai l’inerme

Se

vivrai senza dimenticare gli altri

avrai il vero Natale

auguri!

 

 

 

 

Ho cercato

frugato

rovistato

tra i mille cassetti

della mia ed altrui memoria

Ho scavato

scolpito

inciso

sul mio ed

altrui volto

un monito

sordo ed afono

che colpisse

ferisse

animi

vuoti

pieni

d’odio

Un monito lento

come una nenia

carezzevole

come vento leggero

impetuoso

come bufera gelida

Un monito

“Mai più

Guerra

Dolore

Fame

Mai più!”

Ed ho udito

gelida

Una risposta

“È la vita”

 

Guida

I tuoi passi incerti

Nel giardino del cuore

dai una svolta

al cammino a ritroso

Guarda

il cielo terso

dopo una nuvola nera

ritrova il sole

Tra le gocce del dolore

immagina grandi

le braccia dei raggi

che t’inondano di calore

Gioca tra i fiori

non coglierli

falli lentamente fiorire,

crescere e sfiorire

per poi chinar la corolla

verso la terra che altri

darà

 

 

 

IL DOLORE DI UNA MADRE

Nel cielo terso

un segno improvviso

disegna un profilo

Si staglia

ed irrompe uno sguardo

Al di là

una vita

Parallela

divergente

 Unica

Simile

a tante diversa

Un punto d’incontro

Non c’è

Cerchi una mano

vicina ed amica

sollevi lo sguardo

 guardi

e poi vai

La tua mente

non segue

regole dettate

dall’avere e dal dare

Ha una sua regola

Hai i tuoi dolori

Che hanno preso

Il posto del senno

O chi sa

Saremo noi a

non volerci

arrendere ?

 

 

La pasqua

di ogni giorno

porta ognuno di noi

a cercare

la pace,

l’amicizia

l’amore

per tutti

anche oggi

rinasceremo

al sole della vita

con un sorriso

al mondo